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Il ciclo di mercato di Carlo Pandolfini

 

 

Tra i vari obiettivi dell'analisi tecnica riveste particolare importanza l'individuazione delle diversi fasi che interessano un ciclo borsistico. Di seguito le principali fasi del ciclo borsistico:

  1. una fase di "accumulazione" durante la quale le "mani forti" rastrellano grossi quantitativi di titoli evitando accuratamente di fare pressione sui prezzi che, quindi, si muovono lateralmente all'interno di minimi e massimi pressoché costanti per qualche tempo. La maggioranza degli investitori è ancora convinta di essere in un mercato bearish, gli investitori istituzionali iniziano ad acquistare a prezzi particolarmente favorevoli, nella consapevolezza che la fase ribassista sia in esaurimento. Gli acquisti sono effettuati gradualmente, senza grossi movimenti di listino;

  2. una fase di "espansione" durante la quale gli stessi protagonisti dell'accumulazione, avendo rastrellato ingenti quantitativi di titoli, considerano giunto il momento di fare pressione sulle quotazioni per accrescere il valore dei loro acquisti; a questi soggetti si aggiungono sia coloro che si accodano alla tendenza rialzista appena iniziata che gli scopertisti i quali si affrettano a chiudere le loro posizioni. In questa fase vi è la convinzione che un nuovo mercato toro ha avuto inizio, le quotazioni salgono e comincia a prendere piede l'ottimismo. Movimenti speculativi al rialzo generano ottimismo che spesso si trasforma in euforia (euforia talvolta irrazionale) e si assiste ad una rapida crescita delle quotazioni. Le cosiddette "mani deboli" (tipicamente piccoli risparmiatori) entrano sul mercato incoraggiati anche dall'enfasi con cui i mezzi di comunicazione descrivono l'andamento borsistico;

  3. una fase di "distribuzione", che segna il culmine della precedente fase di espansione, caratterizzata dalla liquidazione delle posizione lunghe con contestuale sostegno delle quotazioni. Durante questa fase gli operatori dominanti comprendono che il mercato toro è in esaurimento e cominciano ad alleggerire le posizioni lunghe (al rialzo). Dopo un primo movimento laterale si manifesta un brusco declino dei prezzi e si passa all'ultima fase del mercato orso, caratterizzata dalle vendite ai minimi e dal pessimismo che spesso si trasforma in panico con vendite ai prezzi minimi assoluti. L'indebolimento di quest'ultima fase di flessione coincide generalmente con una nuova fase di accumulazione.

 
 

Secondo la teoria di Dow nel mercato azionario vi sono simultaneamente tre tipi di movimento:

  • movimento primario: rappresenta la tendenza principale, che definisce un mercato toro (bullish, rialzista) oppure orso (bearish, ribassista). Può durare uno o più anni e si caratterizza da prezzi in rialzo/ribasso (mercato toro/orso) per un lungo periodo di tempo, intervallati da reazioni secondarie di segno opposto;
  • movimenti secondari: rappresentano movimenti opposti alla tendenza principale in un mercato bullish o bearish (la durata di questi movimenti può variare da qualche settimana a molti mesi e possono ritracciare da uno a due terzi del progresso o regresso acquisito col movimento primario - il ritracciamento più frequente è pari al 50%;
  • movimenti terziari o minori: rappresentano rialzi o ribassi di mercato che hanno una durata molto limitata, al massimo qualche settimana. Non sono in grado di influenzare i movimenti primari o secondari e sono molto difficili da prevedere. Inoltre sono soggetti a manipolazioni.

 

Una tendenza al rialzo (bull market) è identificata da massimi e minimi relativi dei prezzi con valori superiori rispetto ai precedenti estremi relativi; al contrario una tendenza al ribasso (bear market) è caratterizzata da livelli minimi e massimi dell'indice in progressivo declino. Il primo segnale di una possibile inversione di tendenza sarà dato dal fallimento del mercato nel creare un nuovo massimo (minimo) più alto (basso) di quello precedente. 


 

 
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