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La teoria di Dow di Carlo Pandolfini

 

 

Charles Dow (1851-1902), giornalista americano ideatore dell'indice di mercato  Dow Jones Industrial Average (1884) e fondatore del Wall Street Journal (1889), sviluppò un insieme di definizioni e regole relative al comportamento dei prezzi degli strumenti finanziari sulle quali si basa l'analisi tecnica moderna (teoria di Dow).

 

L'analisi tecnica fonda le sue previsioni sostanzialmente sui principi fondamentali della teoria di Dow:

 

  1.  il mercato sconta tutto: i prezzi riflettono tutti i fattori (fondamentali, politici, economici, psicologici,...) che influenzano la domanda e l'offerta. Il prezzo rappresenta quindi la sintesi perfetta e immediata delle informazioni a disposizione;

  2. la storia si ripete: ad uno stimolo identico, gli individui rispondono con una reazione ed un comportamento analoghi ed immutati nel tempo. Attraverso lo studio di precedenti comportamenti di mercato è dunque possibile anticipare determinati punti critici (in particolare i punti di svolta di mercato);

  3. il volume deve confermare il trend: il volume deve espandersi nella direzione del trend primario. Se il trend primario è al rialzo, i volumi dovrebbero aumentare quando i prezzi salgono, mentre dovrebbero diminuire quando i prezzi scendono. Al contrario in un trend ribassista, i volumi dovrebbero aumentare quando i prezzi scendono, mentre, dovrebbero diminuire quando i prezzi salgono;

  4. validità dei trend: si assume che una trend debba essere ritenuto valido fino a che non appariranno netti segnali di inversione. È fondamentale quindi identificare, sin dal primo stadio del suo sviluppo, la tendenza che caratterizza il mercato per operare coerentemente con la direzione individuata.

 

  

Secondo la teoria di Dow nel mercato azionario vi sono simultaneamente tre tipi di movimento:

 

  • movimento primario: rappresenta la tendenza principale, che definisce un mercato toro (bullish, rialzista) oppure orso (bearish, ribassista). Può durare uno o più anni e si caratterizza da prezzi in rialzo/ribasso (mercato toro/orso) per un lungo periodo di tempo, intervallati da reazioni secondarie di segno opposto;

  • movimenti secondari: rappresentano movimenti opposti alla tendenza principale in un mercato bullish o bearish (la durata di questi movimenti può variare da qualche settimana a molti mesi e possono ritracciare da uno a due terzi del progresso o regresso acquisito col movimento primario - il ritracciamento più frequente è pari al 50%);

  • movimenti terziari o minori: rappresentano rialzi o ribassi di mercato che hanno una durata molto limitata, al massimo qualche settimana. Non sono in grado di influenzare i movimenti primari o secondari e sono molto difficili da prevedere. Inoltre sono soggetti a manipolazioni.

 

Lo scopo fondamentale dell’analisi tecnica è lo studio della tendenza con finalità di trading:

  • minimi crescenti indicano una tendenza rialzista;
  • massimi decrescenti indicano una tendenza ribassista;
  • massimi sostanzialmente costanti indicano una tendenza laterale.

  

Se congiungiamo con delle linee questi massimi per il mercato ribassista e minimi per quello rialzista otteniamo le cosiddette trendlines.
 
 
 
 
 

 

 

 


 

 

 
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