Donazione e mutuo di Carlo Pandolfini

La donazione è un contratto col quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce l’altra, disponendo a favore di questa di un suo diritto o assumendo verso la stessa un’obbligazione.

Il donatario non potrà ritenere di avere definitivamente acquisito il diritto donatogli fino a quando non siano trascorsi almeno dieci anni dalla morte del donante. Infatti, finché il donante è in vita, il donatario è esposto alla revoca della donazione per ingratitudine o per sopravvenienza dei figli, ed è, altresì, esposto, finché non sono trascorsi dieci anni dalla morte del donante, all’azione di riduzione dei legittimari del donante.

Da qui deriva l’atteggiamento di cautela delle Banche di fronte alla concessione di un mutuo con ipoteca su un bene immobile interessato da passaggio di proprietà per donazione.

In particolare, ai legittimari del donante, lesi nella quota di legittima o pretermessi dal testatore, il legislatore riserva il diritto di agire in giudizio per ottenere la riduzione delle disposizioni lesive e l'eventuale restituzione dell'immobile che ne è oggetto, libero da ogni peso od ipoteca di cui il donatario ed aventi causa può averli gravati.

L'ipoteca concessa dal donatario, pertanto, sebbene pienamente valida, rischia di venire pregiudicata da un'eventuale azione di riduzione della donazione.

Occorre sottolineare che i rimedi di tempo in tempo escogitati dalla prassi bancaria (garanzia fideiussoria del donante o di altri legittimari, risoluzione dell’atto di donazione per mutuo dissenso, ecc.) non eliminano i rischi di future azioni legali che arrechino pregiudizio alla garanzia ipotecaria.

L’ipoteca sarà invece comunque efficace se sono decorsi venti anni dalla trascrizione della donazione (giacché l’immobile risulterà acquisito per usucapione) o, in alternativa, se sono decorsi dieci anni dalla morte del donante (termine di prescrizione dell’azione di riduzione).