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La forza del piano Marshall di Carlo Pandolfini

 

La seconda guerra mondiale ha rappresentato, per la storia dell’umanità, uno degli eventi più tragici e catastrofici, sia in termini di vittime che in termini di distruzione degli apparati produttivi dei paesi coinvolti.

L’allora Segretario di Stato statunitense George Marshall attuò un piano, definito appunto piano Marshall (un recovery plan di oggi), finalizzato a sostenere la ricostruzione e la ripresa economica dell’Europa, devastata dalla seconda guerra mondiale.

 

Siamo nel 1947, in pieno dopo-guerra, i mezzi d’informazione stanno conoscendo il massimo sviluppo ed il loro utilizzo è finalizzato a scopi propagandistici: strumenti privilegiati per rendere immediatamente disponibili e visibili i contenuti ed i benefici del piano.

Una delle chiavi di successo del piano fu l’impiego dei mezzi di comunicazione di massa: l’ampia divulgazione di informazioni sull’andamento del programma… finalizzata a sviluppare quel sentimento di sforzo comune e di aiuto reciproco che è essenziale per il raggiungimento dei traguardi del programma…”.

 

Cosa c’entra col management? Tanto: condividere gli obiettivi, diffondere e rendere immediatamente disponibili le informazioni, dare la possibilità a tutti gli attori coinvolti di verificare i progressi, rappresentano elementi cardine del metodo SCRUM, utilizzato nei processi gestionali complessi, dove la trasparenza e la continua interazione con i partecipanti riveste un ruolo cruciale per il buon esito dell’iniziativa. 


 

 
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