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La gestione delle perdite di esercizio di Carlo Pandolfini

 

 

 

Nella lettura della documentazione presentata dall'azienda a supporto di una richiesta di apertura di credito riveste particolare importanza l'individuazione del risultato economico degli ultimi esercizi. Nel corso dell'analisi quantitativa sarà utile affrontare con l'amministratore le dinamiche che hanno generato quel reddito/perdita.

 

Con particolare riferimento alle perdite di esercizio, è utile, soprattutto in fase di revisione di posizioni già affidate, capire le motivazioni sottostanti la generazione delle eventuali perdite e le iniziative intraprese a copertura delle stesse.

 

 

Le norme che disciplinano la copertura delle perdite di esercizio sono gli articoli 2482bis e 2482ter per le S.R.L. (2446 e 2447 per le S.P.A.) del codice civile:

 

Art. 2482-bis.
Riduzione del capitale per perdite.

 

Quando risulta che il capitale è diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite, gli amministratori devono senza indugio convocare l'assemblea dei soci per gli opportuni provvedimenti.

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Art. 2482-ter.
Riduzione del capitale al disotto del minimo legale.

 

Se, per la perdita di oltre un terzo del capitale, questo si riduce al disotto del minimo stabilito dal numero 4) dell'articolo 2463, gli amministratori devono senza indugio convocare l'assemblea per deliberare la riduzione del capitale ed il contemporaneo aumento del medesimo ad una cifra non inferiore al detto minimo.

È fatta salva la possibilità di deliberare la trasformazione della società .

 

 

 

 

 

Il manifestarsi di perdite di esercizio quindi richiede l'adozione di determinati comportamenti, espressamente disciplinati dal codice civile, a carico degli amministratori, che hanno l'obiettivo di riportare la gestione in una posizione di stabilità, col fine di tutelare l'affidamento dei terzi (soci e creditori in primis).

 

Le perdite superiori ad un terzo del capitale che non intacchino il minimo legale richiesto richiedono interventi di natura dichiarativa (non c'è quindi l'obbligo di immediata copertura). In particolare, l'assemblea convocata dall'amministratore dovrà decidere quali provvedimenti intraprendere, fra cui:

 

a) arrivare all’immediata riduzione del capitale, adeguando la relativa cifra all’attuale valore in dipendenza della perdita mediante una delibera assembleare redatta da un notaio, poiché è richiesta una modificazione dello statuto;

 

b) eliminare la perdita con operazioni di ripianamento da parte dei soci (mediante accollo della perdita, remissione dei crediti, versamenti a fondo perduto);

 

c) procedere a una riduzione solo parziale delle perdite che consenta di ridurre la stessa a meno di un terzo;

 

d) limitarsi ad un semplice rinvio a nuovo delle perdite qualora si ritenga che vi siano i presupposti per una copertura della medesima mediante utili che matureranno nell’esercizio successivo. In caso contrario l’assemblea dei soci è tenuta a deliberare una riduzione del capitale pari all’importo dell’eccedenza della perdita oltre il terzo consentito.

 

 

Nel caso invece di perdita che riduca il capitale sociale al di sotto della soglia minima l'assemblea, come nel caso precedente prontamente convocata, dovrà deliberare la riduzione del capitale ed il contemporaneo aumento del medesimo ad una cifra non inferiore al minimo legale previsto. In mancanza la società si scioglie, salvo che i soci ne deliberino la trasformazione ad altro tipo.

 

 

 

Tra i rimedi possibili a risoluzione della questione vi è l'intervento diretto dei soci a reintegro delle perdite conseguite, intervenendo con versamenti in conto capitale, versamenti a copertura delle perdite ovvero attraverso la rinuncia al credito di finanziamento maturato nei confronti della società (remissione crediti attraverso la trasformazione dei finanziamenti soci in apporti di capitale - tale provvedimento richiede la preventiva rinuncia al diritto di restituzione).

 

Con riferimento alla possibilità di evitare il ricorso alle formalità previste dal codice civile in caso di coperture "spontanee" della perdita da parte dei soci (la riduzione del capitale prescritta richiede, in quanto modifica dello statuto, un costoso atto notarile), l'orientamento dottrinale e giurisprudenziale prevalente (qui dobbiamo richiamare l'attenzione all'evanescenza del concetto di "certezza del diritto" del nostro ordinamento giuridico) ritiene che detti versamenti effettuati dai soci a copertura delle perdite possano far venir meno la necessità di ricorso ai richiamati procedimenti codicistici, rimuovendone il presupposto e facendo venir meno l'intervento dell'assemblea straordinaria che deliberi modifiche sul capitale. 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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